venerdì 30 settembre 2016

FESTA DEI NONNI 2016


Domenica 2 ottobre si festeggia la "Festa dei nonni", giorno in cui la Chiesa celebra gli angeli custodi. 
L'idea di un giorno nazionale da dedicare ai nonni è venuta per prima ad una casalinga del West Virginia, Marian Mc Quade.
Le tate sanno che frequentare il nido é importante e costruttivo, ma spendere del tempo con i nonni rappresenta senza dubbio un'enorme risorsa. I nonni rappresentano un importante punto di riferimento, un patrimonio di esperienza e saggezza cui attingere, oltre che un concreto ed indispensabile aiuto nell'educazione dei giovani all'interno delle famiglie di appartenenza.
Per questo motivo, per festeggiarli, le tate del Dolce Miele hanno pensato a un regalino semplice, ma speciale che ogni bambino potrà regalare ai propri nonni.

Auguri ai nonni!

Ed ecco le impronte delle manine,
per ricordare ai nonni tutto il nostro amore!

Bastano un cordino e del cartoncino e...voilà, il quadretto è pronto


L’OGGETTO TRANSIZIONALE



Ci sono bambini che non si separano mai dal loro orsacchiotto, dalla loro bambola o semplicemente dalla loro copertina. A un figlio regaliamo tanti meravigliosi giocattoli prima ancora che nasca, ma poi lui istintivamente è attratto da qualcosa, non perché particolarmente colorato o bello, ma semplicemente perché “sa di mamma”, di coccole, di affetto, gli scalda il cuore e, stringendolo a sé, sente riempirsi quel vuoto, quello spazio che scopre esistere tra lui e noi e che è uno spazio fisico ma anche simbolico. Quell'oggetto é, e sarà per parecchio tempo, il suo " oggetto transizionale"; rappresenta un legame forte e molto reale, perciò il suo valore è molto più che un’illusione.
Sul lembo di lenzuolo, sul cuscino, sul pupazzo, su un indumento della mamma o sul ciuccio, il bambino riversa emozioni, bisogni e desideri: lo coccola, lo stritola, lo morde, lo distrugge anche, scaricandovi frustrazioni e aggressività, sicuro di non esserne tradito, che quell’oggetto è lì per lui e sarà a sua disposizione, finché lo vorrà e ne avrà bisogno. 

Ma a cosa serve? Winnicott (famoso pediatra e psicoanalista) affidò all'oggetto transizionale il delicato compito di aiutare il bambino ad attraversare la fase dello sviluppo dell’Io e della differenziazione, che coincide con la nascita della consapevolezza di non essere una sorta di prolungamento della madre, ma un individuo separato da lei.
I più piccoli quasi si percepiscono un tutt’uno con questo oggetto, che poi piano piano scoprono essere qualcosa di esterno, ma su cui ancora sentono di avere pieno potere ed ecco che la transizione dalla soggettiva realtà interna a quella oggettiva esterna (al di fuori del loro controllo) è più sopportabile, perché avviene gradualmente tramite questa sorta di ponte.
Sempre secondo Winnicott, una “madre sufficientemente buona” sarà non solo capace di adattarsi al proprio bambino, di accudirlo in modo creativo e non meccanico e di favorire il suo sviluppo, ma anche – attraverso un certo grado di frustrazione ottimale che lo aiuta a crescere senza traumatizzarlo – di mettersi gradualmente da parte, riducendo la quasi simbiosi iniziale, per permettergli di diventare indipendente, comprendendo di non essere onnipotente.
Per superare l’angoscia del distacco, a partire dai 4-5 mesi circa, i bambini scelgono un oggetto per trarne conforto, rassicurazione, protezione. I cambiamenti, le scoperte, la crescita in generale sono processi che inevitabilmente creano ansia, confusione, smarrimento, frustrazione, perché comportano la perdita d certezze, un viaggio verso l’ignoto che è sicuramente più facile se non si affronta da soli.
Per tutta questa serie di motivi, non forziamo un bambino ad abbandonare il suo oggetto preferito, non proviamo a sceglierglielo noi né a cambiarglielo. Proprio per il fatto di essere “transizionale”, la sua presenza avrà senso solo durante una fase della vita del bambino, terminata la quale perderà il suo significato così forte e profondo (anche se il bambino potrebbe rimanervi legato per una sorta di affetto o ricercarlo durante momenti di particolare stress).
Se notiamo un morboso e persistente attaccamento alla “coperta di Linus”, un isolamento o un particolare disagio, non esitiamo a parlarne con uno specialista, ma, di solito, il bambino se ne distaccherà in modo indolore prima dell’ingresso alla scuola primaria, quando sarà ormai sicuro del legame e dell’affetto da parte dei genitori –anche quando non sono con lui- e riuscirà a delineare i confini della propria identità. Data l’importanza dell’oggetto, non dimentichiamo mai di portarlo durante i viaggi e – nel caso dovessimo proprio lavarlo – facciamo in modo che sia pronto quanto prima. Attenzione a darne al bambino uno di riserva, perché quasi sicuramente se ne accorgerebbe! Potrebbe essere utile portarlo in occasione di una visita medica o dei primi giorni al nido. Ricordiamoci però che esso non é un gioco, non va condiviso e che deve essere usato per consolare, rassicurare e confortare.

mercoledì 21 settembre 2016

MAMMA! QUANDO VAI VIA, 
SALUTAMI!
Vi è mai capitato di accompagnare vostro figlio all'asilo e di andare via di nascosto senza salutarlo per evitare di farlo piangere?
Cosa provano veramente i bambini?
Durante la giornata il bambino fa milioni di nuove esperienze ma per viverle al meglio ha bisogno di sapere che la mamma ed il papà, anche se non presenti fisicamente in quel momento, sono sempre accanto a lui! Come vi sentireste se vostro figlio fosse seduto vicino a voi e un attimo dopo, improvvisamente, non lo vedeste più?

Tra gli 8 e i 12 mesi di vita il bambino non ha ancora raggiunto la cosiddetta “costanza dell’oggetto”. Quando un oggetto, o una persona, non sono visibili, per lui è come se non esistessero più. La "permanenza dell'oggetto" è una consapevolezza che il bambino raggiunge giorno per giorno, sperimentando continuamente questa presenza/assenza delle persone e degli oggetti.
QUALCHE PICCOLA REGOLA!
1) Salutate SEMPRE il vostro bambino mostrandovi serene e sorridenti! Se voi siete tranquille, lui sarà tranquillo e capirà che va tutto bene e che l'asilo è un posto bello e piacevole!
2) Non siate titubanti ma decise. Salutate il vostro piccolo con un bel bacio e andate via.
3) Se piangerà, non fatevi prendere dal panico! Non è una cosa facile, ma piano piano lui imparerà a capire che non lo state "abbandonando" e che presto tornerete a prenderlo!
Potete usare frasi tipo: " La mamma va a lavoro e poi torna a prenderti per stare con te!".
Ed è proprio per questo motivo che il vostro saluto è fondamentale per lui. Deve imparare a capire attraverso l'esperienza che la MAMMA TORNA SEMPRE!
Le Tate del Dolce Miele sono pronte e preparate ad aiutare Mamme e Bambini in questo momento cosi particolare.

martedì 20 settembre 2016


Andiamo a travasar!


È tempo di metterci al lavoro! Le mamme che hanno bambini piccoli che frequentano il nido si domandano spesso cosa facciano lì i loro figli, come occupino le loro giornate e quali attività svolgano. 

Le tate del Dolce Miele sono subito pronte a rispondere:al nido si fanno tanti giochi divertenti e istruttivi per bambini piccoli…come il gioco dei travasi.
Giocando i  travasi i bambini allenano la motricità fine, ovvero la competenza relativa ai movimenti della mano e del polso. Inoltre, compiono le loro prime esperienze sulla qualità degli oggetti (consistenza, volume, peso, rapporti di grandezze...) e osservano come i materiali si comportano se messi in relazione. 
Queste attività consentono ai più piccoli di abituarsi spontaneamente, senza costrizioni, alle situazioni pratiche della vita, come mangiare, versarsi da bere, perfezionando il controllo del movimento attraverso la sua ripetizione.
Quando i bambini giocano con interesse, amano rifare più e più volte la stessa azione o attività. La volontà di ripetere, presente nei bambini piccoli, deve essere incoraggiata e non ostacolata: stanno allenando la loro coordinazione e il movimento!
Ecco allora che anche al nido Dolce Miele, tate e bimbi si sono messi subito all’opera. Le tate hanno predisposto l'ambiente di gioco e preparato uno spazio attrezzato; i piccoli si sono  armati di bicchierini, tazzine, pentoline, imbuti, palette, cucchiai e contenitori vari in cui versare e rovesciare la farina gialla! I bimbi hanno dato libero sfogo alla fantasia e alla creatività, divertendosi a mettere farina ovunque (non solo nei contenitori, ma anche sulle testoline degli amichetti!),  mentre le tate si sono limitate a vegliare e intervenire  in caso di necessità.
È stato molto divertente…e non solo per i più piccoli!