mercoledì 25 gennaio 2017



"ANTICIPATARI" e scuola dell'infanzia

E' tempo di iscrizioni, o meglio era tempo perché il termine scade fra pochi giorni. Ma c'è una questione che merita di essere riaffrontata: quella degli ANTICIPATARI, cioè quei bambini che essendo nati dopo il trentun dicembre dell'anno relativo agli obbligati, possono comunque essere iscritti alla scuola primaria.
E merita di essere affrontata per l'ennesima volta per almeno due ordini di motivi: di cui uno è il possesso delle abilità "relative" e l'altro è il possesso della necessaria maturità emotiva. Mi rendo conto che il tema è scottante, non è la prima volta che lo affrontiamo e mi rendo conto anche che chi dovrebbe leggere non leggerà, come a scuola i compiti si danno a tutti, ma proprio chi avrebbe bisogno di eseguirli con scrupolo spesso non li fa.
Certamente nessun appunto si può fare ai bambini che affrontano la scuola dell'infanzia da anticipatari, giacché la decisione è presa sul loro capo dalla famiglia, ma si può sperare che parlando agli adulti si rifletta  su questa scelta, consentita e incoraggiata dalla legge, ma che non valuta con lo scrupolo necessario proprio la ricaduta sui bambini.

Le abilità "relative"
Le abilità relative, dette anche prerequisiti, sono quelle azioni, anche non consapevoli o non del tutto, patrimonio delle capacità del bambino, che gli consentono di affrontare apprendimenti strutturati: un livello organizzato nella produzione grafica, il disegno, che deve essere assolutamente in linea con il livello degli obbligati per età, ma anche il controllo della mano, la capacità di essere un buon riproduttore di segni e tratti grafici, il controllo della postura corporea, un'adeguata capacità di logica e ragionamento, la piena consapevolezza di sè e del proprio corpo, ECC... Ciò rientra nel "patrimonio" di certezze da portare come bagaglio alla scuola dell'infanzia, senza queste abilità affrontare il nuovo percorso scolastico è certamente dannoso.

La maturità emotiva
Accanto alle abilità "relative" è altresì necessaria, e condizione per l'ingresso a scuola è che entrambe siano presenti non basta la prima senza la seconda e viceversa, la maturità emotiva: un buon grado di consapevolezza che non è semplicemente far ripetere pedissequamente al bambino "io voglio andare alla scuola materna", la capacità di reggere lo stress che il nuovo grado di scuola comporta, ciò tollerare la frustrazione di molte ore passate a fare cose che seppur divertenti e piacevoli richiedono la capacità di stare a lungo seduti, di ripetere azioni di routine e meccaniche inizialmente perfino poco gratificanti, capacità di tollerare gli insuccessi iniziali.

Per quanto l'età cronologica poco racconti delle abilità di un bambino è dopo i tre anni che comincia ad agire con quel senso del dovere che lo porta ad essere attivamente collaborativo nel suo percorso. I bambini anticipatari, fatta esclusione per una piccolissima percentuale, faticano il doppio proprio a causa di una globale immaturità emotiva, sono capaci, ma subiscono il peso del compito  che sottende gli apprendimenti scuola dell'infanzia.
Ed è evidente che non sono i genitori a rendersi conto di ciò, ma gli insegnanti dell'asilo nido che accanto alle abilità dovrebbero attentamente valutare il grado di maturità del bambino, e da qui scoraggiare percorsi che, sì possono andare bene, ma richiedono al bambino il doppio della fatica e la cui incognita rischia di rivelarsi più avanti nel tempo. Spesso sono quei bambini che a scuola si contengono, perché costretti, ma a casa diventano irrequieti e ingestibili.
Ecco perché affrontare un anticipo, potrebbe rivelarsi una sorta di boomerang, un anno guadagnato lo si potrebbe spendere in frustrazione e in fatica. Un anno effettivamente guadagnato è un anno di gioco, un anno nel rispetto dei livelli di maturazione individuale, lasciando fare al tempo ciò che è del tempo.